di Teresa VILLANI
Il compimento di questo primo ciclo di corsi promossi da Viasolferino e rivolti agli iscritti degli Ordini degli Architetti P.P.e C. delle provincie di Teramo, L’Aquila, Campobasso e Ragusa induce a una prima valutazione dei risultati raggiunti. Innanzi tutto, il successo per partecipazione ed entusiasmo ha dimostrato come, per la professione dell’architetto, il tema della progettazione inclusiva, trattato alle diverse scale di intervento e in contesti differenti, sia centrale per progettare e realizzare spazi, servizi e oggetti d’uso di qualità e riesca ancora ad animare un dibattito di tipo culturale, prima ancora che tecnico.
Le analisi dei diversi approcci alla progettazione inclusiva hanno indotto molti dei partecipanti a ripercorrere in maniera critica le scelte messe in atto nelle loro esperienze progettuali e questo rappresenta uno dei risultati più preziosi.
Alcuni di loro hanno esplicitamente affermato che le soluzioni tecniche mostrate durante i corsi risultano essere innovative nella loro semplicità e nella loro reale fattibilità, senza incidere in maniera eccessiva sui costi di realizzazione.
Altri, in maniera quasi confidenziale, hanno ammesso di aver sempre considerato il tema come un mero adempimento normativo e non come un’opportunità rivolto a mettere in relazione tutte le persone con l’ambiente costruito.
Numerose le considerazioni, condivise e partecipate, sull’appropriatezza di scelte tecniche orientate all’uso di materiali sensoriali dalle linee innovative e su come la scarsa conoscenza delle prestazioni porti inevitabilmente il progettista all’uso di soluzioni preconfezionate e standardizzate.
I casi studio presentati hanno vivacizzato il confronto, offrendo spunti di riflessione e modalità diverse per applicare l’approccio inclusivo per spazi, percorsi, arredi, tecnologie, servizi, sistemi di comunicazione progettati per ogni differente contesto.