di Teresa VILLANI
Le strutture temporanee destinate ai servizi per la balneazione, pur comprendendo manufatti dimensionalmente contenuti, ben si prestano a rappresentare un ambito di sperimentazione orientata all’innovazione tecnologica e ai più avanzati principi di inclusività, anche in considerazione della sostenibilità ambientale.
Spesso le piccole strutture balneari presentano un carattere effimero e casuale, alimentando il pregiudizio che lega la temporaneità alla scarsa qualità architettonica. In realtà i requisiti di movimentazione e riposizionamento, assemblaggio a secco, leggerezza, prefabbricazione, durabilità, reimpiego di parti, non escludono la possibilità di realizzare piccole costruzioni di qualità, adeguati alle pratiche sociali che li connotano, ovvero, micro-architetture capaci di garantire elevati standard prestazionali grazie a sistemi costruttivi e a soluzioni tecnologiche appropriate.
Su tali strutture si sono misurati grandi maestri dell’architettura come Le Corbusier con il celebre Cabanon, unità minima che vive in reciproco scambio con l’ambiente costiero di Roquebrune-Cap-Martin, in Francia.
Aldo Rossi con le Cabine dell’Elba. Non solo semplici costruzioni di legno ma un’architettura perfetta, sebbene provvisoria, allineata lungo la spiaggia.
Nell’ottica dell’inclusività, semplici soluzioni per pavimenti e percorsi removibili, realizzati con passerelle e rampe di legno – risorsa rinnovabile – preferibilmente di specie legnose locali, o in gres, dimostrano come si possano tenere unite le connotazioni di sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e sviluppo economico.
Inoltre i piccoli manufatti possono rappresentare modelli tecnologici in miniatura caratterizzati da costi e tempi di costruzione ridotti, in grado di veicolare saperi e buone pratiche ambientali e possono identificare modelli praticabili per un impiego diffuso.
Spesso le soluzioni sostenibili per attrezzare le coste, per fornire spazi fruibili ai servizi connessi alla balneazione e alle strutture stagionali e temporanee, prevedendo sistemi di prefabbricazione idonei a tutelare l’identità dei luoghi e a valorizzare le risorse paesistiche e naturali dei diversi contesti, così da ottenere il nuovo marchio Ecospiagge per tutti di Legambiente e Village for all.
La progettazione degli stabilimenti balneari concorre inoltre a influenzare l’aspetto delle coste stesse e quindi a determinare il successo o meno della complessiva “impresa turistica”.
Il prodotto finito, da insieme di singoli componenti e connessioni in legno, apparentemente facili da controllare, si trasforma in un organismo articolato per il quale devono essere presi in considerazione gli effetti concatenanti degli elementi costituenti che insieme ne garantiscono la fruibilità, facilitando l’esperienza diretta con il mare.
Con modalità e soluzioni sostenibili e inclusive tutti dovrebbero poter andare al mare, raggiungere una spiaggia, fruire dei servizi di uno stabilimento balneare, fare un bagno, godersi il sole e le emozioni, con la certezza di ritrovare intatto quell’ecosistema per le stagioni future.