La casa dovrebbe essere lo scrigno del tesoro del vivere.
Le Corbusier
Stile, accuratezza, eleganza e personalizzazione sono i caratteri espressi dal Progetto della residenza dei giovani Imprenditori, Stefano VISCOGLIOSI e Emiliano FRISONI.
L’intervento di ristrutturazione ha interessato il primo livello di una villa unifamiliare, di circa 170 mq, le facciate e il giardino.
I Committenti hanno richiesto spazi organizzati per ottenere un unico ambiente giorno, una progettazione particolarmente accurata degli ambienti cucina e bagno, soluzioni ricercate e di design.
La risposta progettuale ha portato alla definizione di uno spazio fluido, aperto e decisamente caratterizzato.
Gli ambienti sono stati radicalmente ridistribuiti e definiti con volumi, “campiture” e attraverso la combinazione e il contrasto di materiali e finiture. Effetto resina per le lastre a basso spessore, noce fiammato per il parquet, laccatura opaca, acciaio, ed essenza per gli arredi.
Tortora, avorio e un intenso blu di Prussia le tonalità dominanti.
Nella zona giorno, è il “segno” a creare l’equilibrio degli elementi d’arredo; gli ambienti vengono percepiti come nel fermo immagine di un movimento alluso, fluido, nel quale è il legno a definire la direzione.
Lo stesso parquet, che “segna” l’intersezione delle due aree, salotto e cucina, ridotto in listelli, sulla parete, diventa una boiserie e, nel “volume-massello”, un piano snack.
Matericamente e cromaticamente, il legno esalta la “morbidezza” delle lastre effetto resina, la setosità della tinteggiatura, la lucentezza dell’acciaio, la forza e l’eleganza del blu di Prussia.
Nei bagni, il “segno” lascia posto alla combinazione di volumi puri e all’effetto “strappo” delle superfici. Lastre a basso spessore e corian concorrono alla realizzazione di ambienti minimalisti ed eleganti.
Nelle camere da letto, il parquet in noce fiammato e la tonalità avorio della tinteggiatura e degli arredi mettono in primo piano il volume compatto del letto in pelle blu di Prussia.
In ogni ambiente, come all’esterno, per la lettura di tutti gli elementi, dei volumi e dei “segni”, la luce artificiale è studiata per amplificare la sensazione di vivere l’istante in cui il movimento si arresta, in un’atmosfera quasi sospesa.
R.B. – Secondo voi, questa casa vi rappresenta e se, sì, in che modo?
S.V. – Questa è una domanda difficile…
E.F. – Il Progetto ha interpretato quelle che erano le nostre esigenze e il risultato è che questa casa ci rispecchia appieno.
…Quindi, automaticamente la senti tua e, di riflesso, ne senti proprio il bisogno.
È una casa semplice e, allo stesso tempo, ricercata e curata.
R.B. – Da quando vi siete trasferiti, come è cambiata la qualità della vostra vita?
S.V. – Abbiamo spazi studiati specificamente per le nostre esigenze e questo ha cambiato nettamente la nostra vita.
Non vedi l’ora di tornare a casa, perché ti senti nel tuo “regno”, nel tuo “habitat”.
E.F. – Direi che passare da un appartamento in cui, inevitabilmente, si ha l’inquilino del piano di sopra, a una casa autonoma, con il giardino e la possibilità di tenere i cani, avendo spazi progettati sulle proprie esigenze, costituisce un miglioramento esponenziale.
Nel modo più assoluto.
Tornare in una casa così e poter godere della tranquillità e dalla serenità è quello che volevamo.
Questa casa è un rifugio dalla nostra vita frenetica.
Ci dà benessere tanto che, spesso, preferiamo non uscire, per restare a casa.
R.B. – Qual è l’ambiente che vi piace abitare maggiormente?
S.V. – Il salotto!
Non so, è difficile da esprimere, hai voglia di tornare a casa, attendi il ritorno a casa e, quando apri la porta, non ti assale l’angoscia ma la voglia di vivere quel benessere che l’ambiente ti dà.
…Non perché è semplicemente una casa, ma perché è il luogo che è stato progettato per noi, per le nostre esigenze.
Questo trasmette un senso di tranquillità.
E.F. – Il salotto!
Soprattutto d’inverno perché d’estate è più caldo.
…D’inverno, con il caminetto acceso ci stiamo proprio molto volentieri.
È l’ambiente che apprezzano anche i nostri amici, che spesso, praticamente, ci sfrattano dal divano. …e, devo dire, anche la cucina.
R.B. – Se doveste descrivere questo spazio utilizzando solo tre aggettivi, quali sceglieste?
S.V. – Confortevole, bello da vedere e da vivere, rilassante.
E.F. – Caldo, accogliente. …E non saprei trovare un aggettivo adatto per esprimere la sensazione di rifugio.
R.B. – Un commento libero
S.V. – È molto difficile, l’intervista entra nell’intimo.
Questa casa è nostra, perché è il risultato di un Progetto in cui siamo stati protagonisti.
Io non torno semplicemente a casa, torno in un luogo che rappresenta la mia famiglia.
Questo è importante.
Sei in un luogo in cui non ti viene voglia di cambiare niente, perché c’è tutto.
E.F. – Questa casa riesce realmente e completamente ad appagare le nostre esigenze.
Tornare è ogni volta un piacere e, a distanza di tempo, ogni volta ti sorprendi a pensare: “Quanto è bella questa casa!”.
Ora, sai come sono il salotto, la cucina, i bagni, eppure, ogni istante di ogni giorno, quella bellezza ti stupisce come la prima volta in cui hai visto la casa terminata.
…È un luogo in cui stai bene, che ti fa stare bene.