di Nicola AUCIELLO
Il fatto che io esista e che nessun altro possa al posto mio, né nascere né morire, fa sì che sia unico ed identico a me stesso.
Trasliamo questo concetto nell’ architettura:
ogni luogo ha una sua identità, una sua storia, una sua anima [Si, un’anima!].
I muri riescono ad auscultare anni di storia, l’assorbono e poi la restituiscono: i muri a loro modo ci parlano.
Ogni muro è diverso da un altro perché si eleva in un posto diverso rispetto all’altro, anche se solo di soli pochi centimetri lineari, rimane unico e identico a se stesso.
Non a caso il nostro costruito è sempre stato espressione del proprio tempo e del luogo che l’ha generato ed è in questa simbiosi materica oltre che di usi e tradizioni che si è sviluppata la nostra ricchezza culturale.
Questa diversità ci caratterizza ed è stata per secoli nutrimento di appartenenza, anche se si è sempre più indebolita.
Per noi è fondamentale la necessità di proteggere la diversità del luogo, essa può alimentare nuove economie oltre al recupero della cultura del fare per la quale siamo ancora conosciuti e apprezzati nel mondo.
L’approccio progettuale e la tecnologia consentono infinite declinazioni della materia nell’atto del costruire: molte tecniche di finitura, a volte sofisticate a volte meno, aprono nuove possibilità, tali da rendere obsoleta la dicotomia tra materia naturale e quella creata in laboratorio (artificiale).
È proprio quest’ultima che si rivela capace di coniugare storia, cultura, tecnologia avanzata, ove sono manifeste la cultura e sensibilità del progettista.
In tempi di globalizzazione, la competizione sul mercato non si gioca più solo sul piano dei costi e della qualità, ma anche e soprattutto su quello dell’identità e della differenziazione.
L’identità è qualcosa che i nostri luoghi portano dentro e mai potranno togliersi di dosso: è il loro DNA.
Siamo italiani e per questo carichi di storie, di luoghi e tradizioni e sfaccettature che ci scorrono dentro, sono i luoghi a parlarci e a sussurrarci quali miglior soluzioni adottare.
Affrontare il progetto in Puglia o in Sicilia sarà sicuramente molto diverso che farlo in Val d’Aosta o in Trentino Alto Adige, ove ogni confronto con il luogo cambia.
Siamo stati noi, italiani, a “inventare” l’architettura del costruito.
La rilettura dell’esistente è nostra ed è solo nostra, per questo motivo preserviamola!
Le foto rappresentano una parte (non esaustiva) di cultura, bellezza, diversità, identità, tradizioni, storia, dei nostri luoghi.