di Teresa VILLANI
Il progetto di architettura, nel suo sviluppo, è caratterizzato da molti soggetti che si avvicendano per gli specifici settori di intervento (sicurezza statica, antisismica, antincendio, barriere architettoniche, risparmio energetico, acustica, impianti, ecc.), mettendo a punto soluzioni “parziali” che spesso determinano sovrapposizioni onerose dal punto di vista di tempi e costi.
Questo scenario induce a riflettere sul fatto che per gestire la complessità insita nel progetto è necessario che questo torni ad essere il riferimento per tutte le operazioni previste sull’edificio: un progetto completo e coerente in grado di prefigurare tutte le azioni da mettere in atto per l’intero ciclo di vita utile, in un’ottica comunicativa e collaborativa tra i componenti del team di progettazione.
La collaborazione può inoltre stimolare la ricerca di soluzioni non convenzionali, diventando un potenziale incubatore di creatività e innovazione, a partire dall’interdisciplinarietà e dalla consapevolezza che il lavoro di ciascuno può “integrarsi” con quello degli altri, aiutando a far convergere le soluzioni dei diversi ambiti specialistici in un’unica soluzione complessiva, finalizzata al miglior risultato possibile.
Nell’approccio convenzionale alla progettazione si può riconoscere un andamento di tipo lineare: i soggetti coinvolti non lavorano in sinergia, ma in sequenza e il risultato finale è difficilmente prevedibile.
L’approccio integrato alla progettazione è di tipo sinergico: i soggetti coinvolti sono tutti attivi fin dalle prime fasi progettuali e il risultato finale è sempre sotto controllo; si basa su un processo decisionale costituito da scelte ponderate che partono dagli obiettivi di progetto e dalla valutazione sistematica delle varie proposte progettuali.
L’identificazione degli obiettivi rappresenta il punto fondamentale da cui ha inizio un insieme di fasi che parte dall’identificazione dei requisiti da trasporre in programma di progetto, per poi seguire i livelli di progettazione (definiti dal Nuovo Codice dei contratti pubblici).
È importante sottolineare che già durante la fattibilità tecnica ed economica ovvero quando si definiscono
sarebbe importante avere un team interdisciplinare con competenze comunicative e volontà di cooperare.
Una fase molto efficace della progettazione integrata scatta nella messa a punto delle soluzioni alla scala del progetto definitivo in cui il processo creativo della progettazione viaggia parallelamente al monitoraggio e alla verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Questo comporta l’adozione in maniera simultanea di un approccio creativo e un approccio analitico.
In questa fase di problem solving
richiedono di alternare l’analisi di un problema con la sua conseguente risoluzione, nella consapevolezza che raramente la prima proposta progettuale risulta essere la soluzione ottimale.
Piuttosto la progettazione è un processo ciclico che può richiedere diverse iterazioni da mettere in pratica attraverso la formulazione di
Ma le azioni tecniche della progettazione integrata non si fermano alle fasi del progetto: seguono l’intero ciclo di vita dell’edificio, proseguendo quindi durante la costruzione e possono riguardare anche la fase d’uso e di esercizio, con il coinvolgimento diretto dei fruitori nelle valutazioni ex post al fine di verificare l’efficacia delle scelte compiute in rapporto alle condizioni di effettiva utilizzazione degli edifici.
Evidenziando i molti punti di integrazione tra la molteplicità degli aspetti da includere nel progetto si vogliono portare all’attenzione i vantaggi di un approccio integrato, ad oggi supportato anche dalle metodologie BIM (Building Information Modeling), che risiedono nel migliorare l’efficacia e la coerenza di soluzioni finalizzate a soddisfare contestualmente il maggior numero di requisiti richiesti, limitando gli extracosti e incrementando la qualità globale degli interventi.